15 aprile 2020 Food

Sole, vento e fatica: così nascono i capperi di Pantelleria

Quella de “La Nicchia” è una storia affascinante, che affonda le sue radici lontano nei tempi e nei luoghi: in un’isola in mezzo al Mediterraneo nata per opera del vulcano, la cui presenza si fa notare per le sabbie nere, sempre battute dal vento e scaldate dal sole.

In questa terra straordinaria, nel 1949, Antonio Bonomo e Girolamo Giglio fondano il capperificio La Nicchia.

Con la scomparsa dei fondatori, i figli di Antonio e di Girolamo hanno raccolto la memoria del lavoro faticoso e prezioso dei loro padri e l'hanno consegnato nelle mani di Gabriele Lasagni, che oggi dirige con passione l’azienda agricola e il laboratorio artigianale. Il passaggio generazionale non ha intaccato le procedure seguite nella coltivazione e nella lavorazione dei capperi, tramandate di generazione in generazione dagli isolani.

Scopriamo i capperi di Pantelleria

Il cappero è una delle principali materie prime che quest’isola magica regala ai suoi abitanti; un arbusto tipico della flora mediterranea che si contraddistingue perchè cresce sui vecchi muri, nelle fessure delle rocce e nelle pietraie, soprattutto nelle aree a ridosso del mare. Ha un’altezza che varia dai 30 ai 50 cm, foglie verde scuro di forma ovale e fiori molto appariscenti i cui colori, bianco e rosa, presentano delicati riflessi violacei. Curioso è un metodo utilizzato dai panteschi per favorire il prosperare di questa pianta: si "sparano" i semi di cappero con una cerbottana tra le fessure di un muro o tra le tegole di un tetto ben esposto al sole.

Il frutto è composto da una bacca che inizia a fiorire alla fine di Maggio; durante l’estate si pratica la raccolta dei bottoni fiorali (boccioli), prima che schiudano e diventino fiore. Vanno raccolti il prima possibile, non appena germogliano, quando sono piccoli, duri, verdi e hanno un sapore molto intenso.

La raccolta dei capperi, la conservazione e l'uso in cucina

La raccolta dei capperi è un lavoro faticosissimo, sia per la posizione china che per il caldo torrido che caratterizza le estati Pantesche. Una volta raccolti, i capperi di Pantelleria vengono conservati sotto sale e possono essere utilizzati nelle più svariate preparazioni culinarie.

Con il loro gusto e la straordinaria sapidità i capperi conferiscono una nota intensa a tanti piatti. Utilizzarli in cucina è estremamente semplice, basta lavarli sotto acqua corrente per togliere il sale di conserva, o, se si desiderano meno salati, lasciarli per un po' in ammollo in una ciotola con acqua.

È meglio diffidare dei capperi conservati in altro modo, ad esempio sotto aceto. Il sale è il miglior strumento di conservazione del cappero, in quanto non ne altera gusto e qualità, se si opta per un conservante più aggressivo, come l’aceto, è bene dubitare della qualità del prodotto. La conservazione sotto sale, infatti, fa sì che i capperi si mantengano per molto tempo, persino anni, senza perdere le loro caratteristiche organolettiche.

L’impegno nel preservare le antiche tradizioni della terra, la passione e la serietà sono i valori fondamentali di questa azienda, che continua, dopo tanti anni, a valorizzare un territorio tanto aspro quanto straordinario come quello di Pantelleria.

Un lavoro faticoso che va preservato con tenacia, cura e dedizione.

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